Mettere insieme divertimento e didattica per i più piccoli, seguendo le traiettorie digitali più interessanti e tenendo il passo dell’innovazione tecnologica. È il cuore dell’attività di Marshmallow Games, una startup nata nel 2014 che si è consolidata nel tempo, grazie al lavoro di uno staff molto giovane (l’età media è di 30 anni).

La base operativa dell’azienda è a Bari, una circostanza che inorgoglisce molto Cristina Angelillo, CEO e co-founder di Marshamallow Games assieme al fratello Davide e a Massimo Michetti. «Siamo partiti in tre e oggi siamo un bel team eterogeneo e coeso di 14 persone che provengono da tutta Italia», racconta Cristina. E ancora:  «Per noi è fonte di grande orgoglio essere a Bari e riuscire a portare gente in città. Quando ricerchiamo personale non ci poniamo limiti, nel senso che puntiamo sempre in alto e non ci facciamo spaventare dalle distanze: tutti coloro che hanno deciso di cambiare vita e trasferirsi a Bari per lavorare con noi l’hanno fatto perché hanno visto qualcosa di diverso che nella loro città non  avrebbero potuto trovare, sia dal punto di vista professionale che umano».

L’idea per questo progetto è arrivata quando Cristina ha scoperto che sarebbe diventata madre. Ingegnere delle telecomunicazioni, un lavoro da progettista hardware, «un lavoro che mi piaceva, ma non mi appassionava», la fondatrice di Marshmallow Games ha deciso di unire le sue più grandi passioni: i bambini, l’insegnamento e la tecnologia, fondando così assieme al suo compagno e a suo fratello una startup che creasse contenuti didattici innovativi, da fruire attraverso i nuovi strumenti tecnologici. Già, i bambini: attraverso la sua piattaforma, Marshmallow Games intende dare valore al tempo che i bambini trascorrono su smartphone e tablet. «Sappiamo benissimo quanto i bambini amino questi strumenti – spiega Cristina – quindi la nostra mission è quella di rendere un’opportunità il tempo che lo trascorrono su  questi dispositivi. Inoltre creiamo esperienze digitali sicure e divertenti che coinvolgono tutta la famiglia. Spesso la tecnologia viene usata come babysitter 2.0 e tende a dividere la famiglia, le nostre app invece vogliono unire la famiglia attorno ad un tablet e sono pensate in quest’ottica».

Con le applicazioni sviluppate dal team di creativi, viene fornito ai bambini un primo approccio divertente a materie scolastiche – non sempre esattamente appetibili o semplici da digerire, soprattutto per i più piccoli – come la matematica, l’astronomia, il corpo umano; senza dimenticare la musica, l’arte e tutte le attività che stimolano l’immaginazione e la creatività. Come vale per tutte le startup di successo, anche Marshmallow Games è stato fondamentale partire bene, con il piede giusto. Il progetto ha vinto subito una startup competition indetta dalla Camera di Commercio di Bari, Valore Assoluto, da cui è stato possibile l’accesso a un grant che ha consentito di cominciare. Le difficoltà, ovviamente, non sono mancate. «Facendo B2C, quindi vendendo direttamente al consumatore finale, ottenere ricavi è risultato da subito un passaggio complesso, c’era bisogno di tempo e di risorse finanziarie. Gli investitori italiani purtroppo tendevano a chiedere sempre il fatturato e faticavano a vedere oltre, non è stato semplice riuscire a convincerli, ma la nostra determinazione e perseveranza alla fine ha dato i suoi risultati». Fondamentale, poi, è tenere un buon livello di serenità e allegria all’interno della squadra: metà dello spazio all’interno dell’azienda è dedicato a una sala relax, e c’è a disposizione persino una piscina.

Tra gli aspetti più delicati di Marshmallow Games è di certo l’attenzione che va riposta in prodotti interattivi pensati per i bambini. Si tratta di un aspetto tenuto in gran conto dallo staff. Una delle ultime app create dall’azienda si chiama Smart Tales, una collezione di racconti interattivi per bambini in età prescolare. E oltre apprendimento delle materie scientifiche, racconta Cristina, in ogni racconto sono presenti  «anche delle tematiche sociali: quindi le emozioni, il rispetto per l’ambiente, il concetto di inclusione, tolleranza, rispetto per se e per gli altri, e tanto altro. Le nostre app vogliono essere un posto dove il bambino si svaga, impara e ha spunti di riflessione per crescere».

Il progetto, insomma, è in salute e punta a crescere ancora, come testimoniano collaborazioni con Tim, ActionAid e Clementoni, probabilmente la società italiana più gloriosa nel campo dei giocattoli educativi, con cui Marshmallow Games ha collaborato per la realizzazione delle applicazioni mobili legate alla serie Sapientino. In campo, poi, altre prospettive di sviluppo, con un occhio al mercato estero: l’auspicio è che la scommessa lanciata da Cristina e dalla sua squadra continui a essere di successo.