Dal 26 luglio al 2 settembre 2020 il Museo Comunale di Lucignano, in Piazza del Tribunale 22, ospita “La terra (ri)trovata”, personale di pittura di Giuliano Censini. L’inaugurazione si svolgerà domenica 26 luglio, dalle ore 17, alla presenza delle autorità regionali e locali.

La mostra, patrocinata dalla Regione Toscana e dal Comune di Lucignano, con il contributo de La Ferroviaria Italiana, verrà introdotta da Cristina Castelli e sarà visitabile negli orari di apertura del museo.

LA MOSTRA

Il Museo Comunale di Lucignano riapre le sue porte all’arte contemporanea ospitando la mostra di uno dei principali pittori toscani della sua generazione, Giuliano Censini. In esposizione una ventina di opere eseguite con tecnica mista, in parte inedite, che dialogano con il prezioso patrimonio artistico lucignanese.

Il titolo della personale è già esplicativo. “Sono nato da una famiglia di contadini e nei primi anni di vita ho vissuto nella storica fattoria La Fratta di Sinalunga – racconta Censini. – Di quel mondo ricordo poco, perché negli anni Cinquanta il miraggio della nascente industria portava le grandi famiglie chianine a smembrarsi e abbandonare la campagna. Fino agli anni Ottanta c’è stato quasi un rifiuto per la civiltà contadina. Oggi, per fortuna, grazie a una nuova consapevolezza, si è tornati a recuperare il mondo rurale e le tradizioni, anche in ottica turistica e culturale”.

Censini quel mondo lo ha vissuto soprattutto grazie ai racconti dei nonni e dei genitori, quindi di riflesso, ma l’esigenza di riappropriarsi dei suoi luoghi ha dato l’incipit per la mostra in uno dei borghi più belli d’Italia.

Fin dagli anni Novanta la pittura dell’artista toscano tende a esaltare, in un intimo percorso, i segni di una terra miracolosamente plasmata dalla natura e dalla mano umana. Un dialogo proiettato a celebrare il ritmo del tempo dove l’uomo idealizza il suo domani.

Esaminando il linguaggio informale e materico di Censini pare di vedere i terreni coltivati, l’aratura dei campi come se fossero graffiti che segnano la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, la valle segnata dalle stagioni o dai momenti della giornata, che ne cambiano sfumature e luce. In alcune opere tornano più marcati i colori tipici della cifra stilistica censiniana. Possiamo così osservare la passionalità del rosso, la spiritualità dell’azzurro ed infine l’oro, cuore alchemico delle composizioni, attorno al quale convogliano in maniera più complessa materia e cromie, che vanno man mano sfumando mentre ci si allontana dalla parte centrale del quadro.

Altro elemento peculiare è la parte superiore dell’opera più scura, che degrada d’intensità mentre si scende, a simboleggiare le memorie e il vissuto consolidati che si confrontano sia con un presente transitorio e in evoluzione, sia con un futuro ancora da svelare.

BIOGRAFIA

Giuliano Censini nasce a Sinalunga (SI) nel 1951, ma vive e opera a Torrita di Siena (SI). Dopo essersi diplomato all’Istituto d’arte “Piero della Francesca” di Arezzo, frequenta i corsi della facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze e consegue l’abilitazione per l’insegnamento di discipline artistiche e storia dell’arte. Inizia a dipingere fin da giovanissimo. Le prime mostre e i primi concorsi risalgono infatti alla fine degli anni Sessanta.

Dal 1973 al 2010 è docente di Design e Progettazione dell’oreficeria negli Istituti d’arte di Macerata, Pistoia, e per oltre trent’anni, all’Istituto d’arte di Arezzo. Dal 1975 al 1977 frequenta, sotto la guida di Remo Brindisi, i corsi di disegno all’Accademia di Belle Arti di Macerata e, da quegli anni, inizia a partecipare attivamente alla vita artistica italiana esponendo in mostre personali, collettive e rassegne.

Gli anni Ottanta e Novanta sono caratterizzati da soggiorni-studio nelle principali capitali europee dove studia e approfondisce le varie correnti artistiche. Grazie a queste esperienze, Censini arricchisce la sua tavolozza, maturando nuove espressioni e tecniche che lo fanno conoscere a livello internazionale.

Nel corso degli anni, Censini, oltre ad aver progettato varie opere pubbliche di carattere pittorico e scultoreo, collocate in contesti civili e religiosi, ha esposto in numerose mostre collettive e rassegne sia in Italia sia all’estero. Autorevoli storici e critici d’arte si sono interessati alla sua attività artistica. Le sue opere si trovano esposte in musei, enti e amministrazioni pubbliche, ma anche in collezioni private di tutto il mondo.