Domenica 20 novembre dalle 10.00 alle 13.00 Laboratorio aperto a tutti Via del Pantano, 36 – Arezzo

Kaya Anderson sarà domenica 20 novembre allo Spazio Seme di Arezzo, dalle 10.00 alle 13.00, per condure un lavoro sulla voce, sul legame tra voce e psiche, corpo e immaginario, emozioni e sviluppo della personalità.

Cofondatrice del Roy Hart Theater, è attrice, cantante e insegnante del lavoro sulla voce trasmesso da Afred Wolfsohn e il suo allievo e successore Roy Hart. Alfred Wolfsohn era un insegnante di canto di Berlino. Mentre prestava servizio in trincea durante la prima guerra mondiale, il pianto dei soldati feriti e morenti lo costrinse a reinterrogarsi sul significato e la potenzialità della voce umana. Più tardi, affrontando problemi specifici, scoprì l’inestricabile legame tra la voce e la psicologia dell’individuo.

Il lavoro si fonda su alcuni elementi principali:

– ricerca e sviluppo delle possibilità vocali di ciascuno;
– esercizi fisici per preparare il corpo e per cercare le fonti dinamiche del suono;
– lavoro sulla respirazione e sul fiato;
– improvvisazioni;
– lavoro di ascolto di sé e degli altri;
– lavoro individuale.

«Quando parlo di cantare non mi riferisco esclusivamente a un esercizio artistico ma a una possibilità e un mezzo per conoscere se stessi.» scrive Kaya Anderson: «Nel mio lavoro sulla voce e sul suo legame con il corpo e la psiche percepisco l’energia, ’atteggiamento, lo sguardo, i gesti, l’aura di una persona. Sto al pianoforte e l’allievo è vicino, creo un ambiente caloroso, molto umano, sono estremamente disponibile all’ascolto tenendo quell’equilibrio sottile tra rigore e scioltezza. Perché canto? Perché invito a cantare? Per esprimere i nostri sentimenti, il mondo interiore che la vita ci chiede di comunicare. Da piccoli abbiamo urlato, pianto, cantato, riso, sbavato dalla contentezza, gridato la nostra rabbia, e con un po’ di fortuna non siamo stati troppo soffocati dal comando perentorio di tacere, perché si disturbava o si stonava. Questi suoni dei nostri piccoli corpi esprimevano tutte le emozioni. In seguito, controllarsi diventa l’ordine del giorno. Le emozioni vengono soppresse e il collegamento vitale tra emozioni, intelletto e cuore si inquina. Spesso ci vuole un contesto e una guida per esprimere vocalmente l’amore, l’odio, la gioia, la disperazione, l’appetito, la speranza. Se guidati da un ascolto attivo, sapiente e amorevole, si potrà godere pienamente l’esperienza del canto del ‘mostro’ come anche di quello del ‘bello’… La lezione si propone come uno spazio protetto in cui, dopo aver stabilito una relazione di fiducia e scambio tra allievo e maestro, si sonda l’estensione della voce con esercizi che coinvolgono attivamente tutto il corpo, creando un legame preciso tra i punti in cui risuona la voce e le immagini a essi legate. In un contesto di gruppo chi è presente come ascoltatore può percepire l’intensità dello scambio tra insegnante ed allievo, dove lo studente segue il maestro e viceversa, secondo le dinamiche del momento. Questo rapporto, frutto di una concentrazione eccezionale, è un fluire libero di dare e ricevere. Ci si arriva dopo esercizi di respirazione, di rafforzamento e di rilassamento, per percepire il mondo celato in quella voce che voleva uscire, ma si era bloccata. L’estensione della nostra voce influenza profondamente la nostra vita, il teatro, la musica, la psicologia, la biologia e di riflesso anche la società intorno a noi. La voce è il muscolo dell’anima, perché può esprimere non solo le parole, ma tutta la ricchezza che abbiamo dentro di noi, incluso il brutto, il bello, il generoso, il meschino, l’odioso, l’amabile e…»

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Per informazioni e iscrizioni:
Spazio Seme
Centro Artistico  Internazionale
www.spazioseme.com
info@spazioseme.com – 0575 1827337
Gianni Bruschi: gianni.bruschi@spazioseme.com – +39 338 1501267