A quanti vogliono oggi testimoniare la volontà di pace, pur nell’incertezza e nel disorientamento, tra angoscia e solidarietà, rivolgiamo l’invito a unirsi ai giovani, silenziosi artigiani quotidiani di pace, che agiscono al di là delle intensità dei conflitti armati, al di là del rilievo che i media ne danno, inserendosi in questo spirito, agendo con questo atteggiamento, rafforzando e sviluppando qui, ad Arezzo, in Toscana e in Italia una coerente cultura nonviolenta.

IN CAMMINO PER LA PACE

SABATO 19 MARZO 2022 
Ritrovo alle ore 08:30 (parcheggio Ipercoop di Viale Amendola, 15 – Arezzo)

Rondine Cittadella della Pace in collaborazione con la Consulta Provinciale degli Studenti di Arezzo e il supporto dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Arezzo e il Comune di Arezzo organizza una Marcia per la Pace per chiedere insieme il cessate il fuoco: camminare, come segno della volontà dei giovani di non essere indifferenti, dialogare per condividere speranza e proposte concrete contro le guerre.

Attingendo dalle parole di Papa Francesco, “la guerra è una pazzia, in Ucraina scorre un fiume di sangue e di lacrime”, capiamo che questo teatro tragico non è un conflitto: è una guerra. Non mistifichiamo il linguaggio. Conflitto è una parola positiva, è confronto, è dialogo vivace, è dimensione dell’esistenza, è l’incontro fra differenze che si urtano, è ineliminabile. Non affrontare i conflitti ci fa invece scivolare o verso l’indifferenza e il cinismo, o verso la violenza e la guerra. La guerra è sempre un male. Va evitata e prevenuta. Con una vigile coscienza personale e collettiva, e con la Politica.

Rivolgiamo l’invito a  fare un gesto semplice e antico, segno della volontà di non essere indifferenti; dimostrazione concreta della disponibilità a mettersi in gioco, a sacrificare qualcosa di sé: camminare insieme da Arezzo a Rondine Cittadella della Pace, il luogo in cui Liliana Segre, il 9 ottobre 2020, ha consegnato la propria memoria di dolore e di pace, invitando i giovani e tutti a non essere indifferenti.
Ad ascoltare le testimonianze di giovani che non solo in questa guerra, ma anche in altre, s’impegnano ogni giorno a non cedere alla tentazione della cultura del nemico, e lavorano insieme per la riconciliazione, la trasformazione del conflitto e la ricostruzione delle relazioni tra comunità divise nei loro paesi, dimostrando che è possibile percorrere vie nonviolente.
A praticare una giornata di dialogo in un luogo aperto e protetto, un piccolo borgo aperto al mondo per esprimersi liberamente e condividere angoscia, speranza, convinzioni e dubbi, proposte concrete per individuare insieme possibili azioni che fermino la guerra, non attenuino la coscienza quando lo scontro armato sembra lontano, e siano impegno di riconciliazione.

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Invito