Le vicissitudini e i contenuti satirici del manoscritto di Federico Nomi (Anghiari 1633-Monterchi 1705) al centro di un’iniziativa di studio e riflessione che avrà luogo mercoledì 27 novembre alle ore 17,00 presso la Biblioteca Città di Arezzo, alla presenza di autorevoli studiosi. L’antico documento, nonché preziosa fonte per la storia culturale di Arezzo, fu ritrovato presso la Libreria Pregliasco di Milano, grazie alla segnalazione dello storico aretino Giovanni Bianchini, quindi riacquistato dalla  Biblioteca Città di Arezzo nel 2012 e successivamente  sottoposto a restauro nel 2015.

Il manoscritto, datato 1694, riporta nel frontespizio il bellissimo disegno di un fauno e di un giullare che sorreggono il titolo, il tutto incorniciato da motivi architettonici e floreali. All’interno contiene 16 satire, di cui una dedicata a Francesco Redi ed una a G.G. Leibniz, con numerose correzioni e alcune aggiunte. L’edizione in carta stampata fece la sua prima comparsa nel 1703.

Federico Nomi fu professore ad Arezzo, direttore dal 1670 del collegio ducale di Pisa e poi dell’Università. Amico del Redi, fu poeta con spiccata tendenza al genere comico e satirico, autore del poema eroicomico “Il Catorcio d’Anghiari”. Aderì all’Arcadia con lo pseudonimo “Ceriforme Meratide”.