Per valorizzare la figura di Agostino Pirella, protagonista con Franco Basaglia della stagione novecentesca che ha visto la chiusura dei manicomi e la nascita di una nuova salute mentale in Italia, si terrà il 6 maggio ad Arezzo la seconda “Lezione” dedica allo psichiatra, organizzata dal dipartimento di Filologia e critica delle letterature antiche e moderne dell’Università di Siena nella sede aretina.
La lezione aperta su Pirella, uno degli ultimi direttori dell’ospedale neuropsichiatrico di Arezzo, si terrà alle ore 15 nella Sala dei Grandi della biblioteca umanistica del campus universitario del Pionta (viale Cittadini); gli stessi spazi che fino alla fine degli anni Ottanta ospitarono strutture di cura psichiatrica, di cui proprio Pirella contribuì alla dismissione.

“La lunga strada della riparazione. Curare, decostruire, re-immaginare il sapere psichiatrico” è il titolo della lezione aperta tenuta quest’anno da Roberto Beneduce, docente di Antropologia culturale e di Antropologia del corpo e della violenza all’Università di Torino.
I lavori si apriranno con i saluti del direttore del dipartimento di Filosofia delle letterature antiche e moderne professor Pierluigi Pellini e di Martino Pirella, figlio di Agostino Pirella, che negli scorsi anni ha donato il prezioso patrimonio di scritti, libri e fotografie del padre all’Ateneo, materiale adesso conservato e ordinato nell’archivio storico dell’ex ospedale.
Seguiranno gli interventi del professor Massimo Bucciantini e della professoressa Silvia Calamai, componenti del comitato scientifico dell’evento.

Seguirà quindi la lezione di Roberto Beneduce che, a partire dal pensiero di Frantz Fanon, cui è intitolato il centro da lui fondato a Torino negli anni novanta e dall’esperienza realizzata in Italia e in Africa subsahariana, intende esplorare alcune delle contraddizioni epistemologiche e delle responsabilità della psichiatria contemporanea.
«Molte delle categorie e delle pratiche del sapere psichiatrico sono state forgiate dentro l’orizzonte coloniale e a partire da una concezione razziale dell’Altro e dell’alienazione stessa. – dice Roberto Beneduce -. L’egemonia del “dispositivo diagnostico” della psichiatria occidentale, la banalizzazione di altri saperi ed esperienze, la proliferazione di psicofarmaci ne costituiscono le odierne espressioni. Re-immaginare il sapere psichiatrico è al centro di quei progetti che, dalla lotta contro le istituzioni totali alla volontà di decolonizzare le pratiche terapeutiche, hanno mosso la propria critica al profilo neocoloniale della psichiatria e delle nuove sindromi che in questi anni hanno popolato il discorso diagnostico».
Fra i campi di ricerca di Beneduce ci sono l’antropologia della violenza e della memoria, i saperi della cura e la sofferenza psichica in Africa subsahariana, la storia dell’etnopsichiatria e i postcolonial studies.

A partire dall’esperienza e dal lavoro intellettuale di Agostino Pirella, le “Lezioni” si aprono alle nuove frontiere poste dalle scienze della mente con lo scopo, grazie al contributo originale di figure di caratura nazionale e internazionale, di approfondire l’universo della psichicità nella sua dimensione storica e culturale.

In occasione della “Lezione” verrà presentato il libro a cura di Beatrice Biagioli, Lucilla Gigli e Marica Setaro “Uno psichiatra umanista. Tra le carte e gli scritti di Agostino Pirella. Inventario e bibliografia”, edito da Edizioni ETS.

Locandina

L’evento è organizzato dal dipartimento di Filologia e critica delle letterature antiche e moderne in collaborazione con la Biblioteca umanistica della sede di Arezzo.
Il programma dettagliato dell’evento è pubblicato all’indirizzo www.unisi.it/unisilife/eventi/arezzo-2-lezione-agostino-pirella