La Corte dei conti europea verifica le finanze dell’UE. Il suo ruolo è quello di migliorare la gestione finanziaria dell’UE e di riferire in merito all’uso dei fondi pubblici. È stata istituita nel 1975 e ha sede a Lussemburgo.

Obiettivo

Per assicurarsi che si faccia il miglior uso possibile del denaro dei contribuenti dell’UE, la Corte dei conti ha il diritto di sottoporre a controllo (audit) qualsiasi persona od organizzazione che gestisca i fondi comunitari. La Corte effettua spesso controlli sul posto. I risultati sono resi noti in relazioni scritte sottoposte all’attenzione della Commissione e dei governi degli Stati membri. La Corte dei conti non ha poteri giuridici propri. Se i controllori scoprono frodi o irregolarità, ne informano l’OLAF, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode.

Compiti

Uno dei compiti fondamentali della Corte è quello di presentare al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione annuale sull’esercizio precedente (il “discarico annuale”). Il Parlamento esamina dettagliatamente la relazione della Corte prima di decidere se approvare o meno la gestione del bilancio fatta dalla Commissione. La Corte esprime anche dei pareri sulla legislazione finanziaria dell’UE e sulle norme in materia di lotta antifrode. I controllori sono spesso impegnati in ispezioni presso le istituzioni europee, i paesi membri e i paesi beneficiari di sovvenzioni UE. Sebbene il lavoro della Corte riguardi prevalentemente i fondi di cui è responsabile la Commissione, nella pratica l’80% di queste entrate e spese sono gestite dalle autorità nazionali.

Composizione

Affinché il suo operato sia efficace, la Corte dei conti deve agire in piena indipendenza rispetto alle altre istituzioni, pur mantenendo con queste contatti costanti. La Corte è composta di un membro di ciascun paese dell’UE, nominato dal Consiglio per un mandato (rinnovabile) di sei anni. I membri designano tra di loro il presidente della Corte il cui mandato (anch’esso rinnovabile) è di tre anni. Klaus-Heiner Lehne (Germania) è stato rieletto presidente per un secondo mandato nell’ottobre 2019.

Fonte: www.europa.eu