Il periodo di lockdown e il conseguente lavoro “da casa” a seguito dell’emergenza sanitaria ha richiamato negli ultimi mesi l’attenzione sulla situazione femminile e sulla conciliazione tra vita professionale e vita privata. La sfera lavorativa delle donne tocca molti aspetti e problematiche diverse a seconda del tipo di professionalità e della mansione che viene svolta; uno di questi aspetti è certamente l’imprenditorialità, ovvero le donne diventate mamme che abbiano la necessità di continuare a svolgere la propria attività in proprio e allo stesso tempo debbano occuparsi delle necessità della vita familiare. Non è un caso che il tema dell’imprenditoria femminile sia tornato d’importanza, proprio per venire incontro alle esigenze delle donne.

La legge 215/92 “Azioni positive per l’imprenditoria femminile” disciplina l’erogazione dei contributi a fondo perduto, prestiti e altri incentivi per le imprese costituite o da costituire, formate in prevalenza da donne. E tante sono le opportunità emerse in queste settimane, iniziative mirate a fornire gli strumenti finanziari necessari ad aprire un’attività ma anche per dare aiuti concreti a chi è già in attività attraverso contributi e finanziamenti.

Il caso della Camera di Commercio di Bologna lo dimostra: l’ente camerale ha previsto contributi specifici alle mamme imprenditrici. Ogni imprenditrice diventata neo mamma nel 2020 potrà avere un contributo a fondo perduto del 50% delle spese ammissibili, fino ad un massimo di 12.500 euro per: aumentare l’organico dell’azienda, per far fronte alla sua minore presenza in ufficio; allestire postazioni di lavoro a casa, acquistando computer, portatili o notebook, stampanti, scanner, attivare collegamenti internet ad alta velocità; attivare collaborazioni con temporary manager; le spese sostenute dalla mamma imprenditrice, e rimborsate dall’impresa a quest’ultima, per asili nido, baby sitter, baby parking (anche se effettuate in contanti fino a 3.000 euro complessivi). Le domande potranno essere presentate fino alle ore 13.00 del 16 ottobre 2020 da tutte le imprese al cui interno operi una donna imprenditrice neo mamma.

Il Sistema camerale in generale sostiene l’impresa al femminile e il ruolo importante delle donne nel sistema economico nazionale. Dall’ultimo rapporto pubblicato da Unioncamere sono 1,3 milioni le imprese rosa, in aumento del 2,7% rispetto a 5 anni fa. Questo genera occupazione per oltre 3 milioni di persone.

Per questo motivo, l’attenzione del Governo è alta su questo tema, il Ministero dello Sviluppo Economico, in questa delicata fase di ripartenza, ha individuato tre assi di intervento sui quali è possibile concentrarsi:

  • Incentivi alle imprese in forma di prestiti e contributi, con un focus sulle startup femminili
  • Sensibilizzazione culturale sul valore dell’impresa femminile
  • Azioni di assistenza tecnica alle imprenditrici per fare impresa

Sul piano operativo, il sostegno concreto viene da più parti. Nell’ambito del Fondo di garanzia per le PMI, da qualche anno è stata creata una sezione speciale dedicata alle imprese al femminile ed è stato attivato un piano di finanziamenti per le imprese in rosa e per le libere professioniste.

L’Ente Nazionale per il Microcredito, l’ente pubblico italiano avente la missione di favorire l’accesso al credito delle microimprese e delle categorie sociali maggiormente svantaggiate, pone particolare attenzione alla situazione femminile, dando un aiuto concreto a coloro che intendano avviare un’attività conciliandola con le esigenze anche economiche della famiglia. Con il progetto Microcredito Donna, l’ente offre la possibilità di creare una propria impresa, grazie all’accesso al credito, senza dover fornire garanzie reali alla banca, o chiedere aiuto alla famiglia, sia un genitore o il proprio marito/compagno. A livello regionale, sono molte le iniziative di Microcredito dedicate alle donne, è sufficiente consultare i singoli portali delle Regioni.

Da segnalare inoltre, l’iniziativa “Nuove imprese a tasso zero” di Invitalia che oltre a essere rivolta ai giovani, riguarda anche le donne di tutte le età. Ha l’obiettivo di sostenere, in tutta Italia, la creazione di micro e piccole imprese e prevede il finanziamento a tasso zero di progetti d’impresa con spese fino a 1,5 milioni di euro e può coprire fino al 75% delle spese totali ammissibili. La dotazione finanziaria è di circa 150 milioni di euro, e le agevolazioni saranno concesse fino a esaurimento dei fondi. Sono finanziabili le iniziative per: produzione di beni nei settori industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli; fornitura di servizi alle imprese e alle persone; commercio di beni e servizi; turismo.

In campo prettamente agricolo invece, Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), l’ente pubblico economico promuove l’iniziativa “Donne in campo”. L’obiettivo della misura è quello di favorire l’imprenditoria femminile in agricoltura. Ismea finanzia la realizzazione di progetti di sviluppo o consolidamento nel settore agricolo e in quello della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Si rivolge ad aziende micro, piccole e medie condotte e amministrate da donne, in forma singola o associata. Concede mutui fino a 300.000 euro, della durata variabile da 5 a 15 anni, in forma agevolata, a tasso zero, per un importo non superiore al 95% delle spese ammissibili.

Tante opportunità con un marcato sostegno economico che dimostra di riconoscere a livello locale e nazionale l’importanza del contributo femminile al mondo imprenditoriale, anche da parte di quelle donne che sono diventate mamme e che a maggior ragione necessitano di aiuto in questa delicata fase di ripartenza economica.