A CASA THEVENIN, ACB SOCIAL INCLUSION E AD I CARE I CONTRIBUTI PREVISTI DAL BANDO INTEGRAZIONE

L’assessore Carlettini: “progetti innovativi con particolare attenzione a donne e minori. La vitalità dell’associazionismo e del volontariato, alleata preziosa per l’integrazione”

Casa Thevenin, ACB Social Inclusion aps, I CARE Arezzo. Sono queste le tre realtà aretine risultate vincitrici del bando predisposto dal Comune di Arezzo e deliberato dalla Giunta nel luglio scorso, con il quale vengono individuate e definite misure di sostegno per la realizzazione di progetti a favore dell’integrazione dei cittadini stranieri. “In coerenza con il documento unico di programmazione, il bando si è posto due obiettivi principali – ha spiegato l’assessore all’immigrazione e politiche di integrazione Giovanna Carlettini. – Il primo, quello di promuovere la realizzazione di progetti di intervento innovativi volti a rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono una piena integrazione ai cittadini stranieri che risiedono nel territorio comunale, con particolare attenzione verso le donne e minori; il secondo, quello di consolidare la collaborazione con il mondo dell’associazionismo e con quello del volontariato che nella nostra città sono una realtà molto vivace e significativa”.

A sostegno dei tre progetti vincitori, selezionati da una apposita commissione valutatrice e tutti da svolgersi entro il mese di dicembre di quest’anno, il bando prevede l’erogazione di contributi indiretti e diretti, questi ultimi pari a 10.000 euro.

La cosa migliore che tu possa fare è credere in te stessa”, una delle frasi più significative di Madre Teresa di Calcutta, è il titolo del progetto di Casa Thevenin rivolto a donne e minori. “E’ la consapevolezza della fiducia nelle proprie capacità, quella che consente di affrontare non solo le grandi sfide ma anche le esigenze della quotidianità, ciò cui tende il nostro progetto”, ha spiegato il presidente di Casa Thevenin Sandro Sarri. “In molti casi alle donne straniere mancano le informazioni indispensabili per gestire la propria vita di tutti i giorni e quella dei figli, nella stragrande maggioranza minori; una limitazione che impedisce loro di sentirsi realmente integrate nella nostra comunità – ha spiegato Sarri. – Per loro, per guidarle nella conoscenza della nostra città e dei suoi servizi, saranno organizzati 10 eventi gratuiti, tra ottobre e dicembre, in cui saranno affrontate tematiche indispensabili alla loro autonomia. L’obiettivo è quello di implementare una più efficace protezione dei diritti della persona, riducendo ogni forma di disuguaglianza”. Gli argomenti affrontati negli incontri spazieranno dalle informazioni sui servizi offerti dallo Sportello Unico del Comune alla disciplina della raccolta differenziata e pratiche di riuso, da quelle in tema sanitario al funzionamento della scuola, dai mercati alimentari ai punti di interesse culturale, dalla circolazione e disciplina stradale all’attenzione agli abusi.

INTEGR.AR” è il nome del progetto di ACB Social Inclusion, anche questo rivolto a donne e i minori stranieri con l’obiettivo di favorire il loro processo di inclusione nel tessuto sociale e scolastico aretino. Vari, gli interventi programmati, dal corso di italiano per donne migranti a quello di potenziamento linguistico e di tutoraggio sui compiti rivolto a ragazzi stranieri, dalla mediazione linguistico-culturale a scuola all’attività di consulenza rivolta ai docenti su intercultura e inclusione.

INTEGR.AR si sviluppa in un’ottica di prevenzione anche del disagio giovanile – ha detto Valentina Francini, responsabile dei servizi educativi di ACB Social Inclusion -, fornendo strumenti che consentano loro di approfondire la conoscenza del nostro Paese e della nostra città, facilitando il processo di integrazione e favorendo un senso di appartenenza alla comunità aretina che garantisca, con il tempo, una vera e reale inclusione”.

Madri e figli al centro anche dell’iniziativa di I CARE ideata in collaborazione con l’Istituto Comprensivo IV Novembre. “A scuola con la mamma”, oltre al doposcuola pomeridiano per i bambine e bambini delle classi elementari e medie, propone una serie di iniziative per le madri, tra cui un percorso di apprendimento della lingua italiana e laboratori diversi, dal teatro all’informatica, dal cinema, al cucito, all’educazione alla salute. “L’idea cerca di cogliere un’esigenza importante – ha detto Pierluigi Ricci presidente di I CARE, – quella di offrire a tante mamme, soprattutto di famiglie extracomunitarie, l’opportunità di uscire dalle mura domestiche per cominciare un proprio cammino di integrazione sociale”.