Continua con successo il progetto “Scusate il ritardo… la recensione la scrivo io!” promosso da Officine della Cultura, Chora srl, Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Arezzo, in collaborazione con Informagiovani Arezzo e il portale Arezzoora.it, legato alla rassegna del mercoledì sera “Scusate il ritardo” presso il Cinema Eden di Arezzo.

A seguito della proiezione del film IL GIOVANE FAVOLOSO di giovedì 12 marzo, preceduto dall’incontro pomeridiano con il regista Mario Martone, siamo lieti di segnalare ancora per una volta ben due recensioni, di diverso carattere, ritenute meritevoli dalla nostra giuria di esperti. Gli autori, Francesca Mobilia e Gianmaria Bronzi, si aggiudicano un ingresso omaggio per uno dei prossimi film della rassegna che, come preannunciato, proseguirà ben oltre il programma. Complimenti!

Continua dunque l’invito per i giovani al di sotto dei 35 anni, a seguito della visione dei film della rassegna, a scrivere la propria recensione inviandola entro le ore 18 del venerdì successivo all’indirizzo ufficiostampa@officinedellacultura.org – a cui poter scrivere anche per eventuali chiarimenti a dubbi e domande.

Ulteriori informazioni presso Officine della Cultura (via Trasimeno, 16 – Tel. 0575/27961) o direttamente al Cinema Eden.

 

Recensione n. 1 – di Francesca Mobilia

“Il giovane favoloso” è un film di spessore, una pellicola sulla quale è impressionata la vita di uno dei più grandi poeti della storia, Giacomo Leopardi. I pensieri profondi, l’estro del suo intelletto, lo studio “matto e disperatissimo”, le passioni crescenti, la salute cagionevole, l’odio-amore verso il padre, sono elementi concatenati nella storia, palesati ma enigmatici da rendere ancora più passionale il genio incompreso di Leopardi. L’esistenza del poeta è rappresentata fin dall’infanzia a Recanati, dai giochi in cortile con i due fratelli, alle pesanti giornate chini sui libri. La casa di Leopardi si rivela ben presto una prigione per il giovane che, da subito, deve affrontare le fragilità di una malattia progressiva e la pressante presenza di un padre autorevole e ‘tiranno’. La maestosa biblioteca di famiglia è la struttura fisica della sua prigionia, ma anche la fonte da cui il suo intelletto si fortifica e la sua immaginazione prende vita. Proprio la capacità di poetare, di evadere della realtà, infuoca sempre più le passioni del giovane e il suo spirito liberale e rivoluzionario. Giacomo trova consensi e speranze nello scambio epistolare con Pietro Giordani, che riconosce in lui un amico e un letterato di valore. Negli anni le difficoltà aumentano: il fisico gracile è duramente colpito da deformazioni ossee e i dolori oculari sono così intensi da impedirgli anche lo svago della lettura. Le giornate divengono tanto opprimenti per il giovane poeta da spingerlo alla fuga da casa e dalla odiata Recanati. Il primo tentativo di fuga fallisce ma, successivamente, con l’aiuto dell’amico Antonio Ranieri, Leopardi si rifugia prima a Firenze, poi a Roma ed infine a Napoli. Ranieri è un compagno devoto di vita, un ‘complice rivoluzionario’ e un premuroso amico che non lo abbandona mai. La vita di Giacomo Leopardi procede senza abbandonare l’amore per la poesia e la bellezza di tradurre la propria interiorità, così come la condizione umana, nella soave musicalità di rime e versi. Scrive, compone; crea e disfa opere sotto il flusso dei suoi pensieri, delle sue tensioni, senza badare alla logica, ma seguendo i suoi impulsi.

Nel corso del film Leopardi affronta dentro sé la passione dell’amore travolgente ma non corrisposto, la sofferenza della solitudine, la nostalgia di una gioventù ormai passata ma mai goduta, l’assenza di entusiasmo, l’eccessiva prudenza del suo tempo… egli ama e ricerca l’essenza e la ragione di vivere più di ogni altro uomo, ma soffre dell’incomprensione che lo circonda, della resistenza e ottusità di pensiero della gente. Il poeta si confronta con la natura fino a dialogare con essa; supplicandola, amandola prima e rinnegandola poi, perché matrigna.

Il film mostra l’enorme sensibilità di un uomo fedele alla ricerca della verità, delle emozioni viscerali, della passione autentica, Leopardi è un poeta che ha fame di risposte, un giovane che cerca il respiro vitale in ogni cosa. Il registra Mario Martone riscatta, con la magnifica interpretazione di Elio Germano, la figura di un grande personaggio della letteratura italiana, presentandoci la sua vera natura, la sua umanità che è quella di ogni uomo, ma che solo lui non ha paura di mostrare, di svestire, di interrogare… la sua capacità di leggere dentro sé e in ciascuno di noi è il suo modo di affascinare ancora oggi.

 

Recensione n. 2 – di Gianmaria Bronzi

“Il giovane favoloso” è un film del 2014 diretto da Mario Martone basato sulla vita del poeta Giacomo Leopardi interpretato da Elio Germano. Il film racconta la storia del poeta approfondendo soprattutto il suo pensiero e il suo mondo interiore. La mia opinione riguardo a questo film è molto positiva, perché il regista è riuscito a coinvolgermi completamente creando un’opera delicata e alternativa, in grado di farmi entrare all’interno del mondo di Leopardi per capirlo in ogni sua sfaccettatura. Reputo l’interpretazione di Elio Germano una cosa sublime che ha saputo riprodurre un personaggio simbolo in modo molto realistico soprattutto nei momenti in cui recita le poesie, in cui il connubio tra musica e parlato è incredibilmente bello in e in grado di stupire lo spettatore. Un altro punto a favore sono sicuramente le ambientazioni che riproducono in modo eccelso il panorama del secolo, soprattutto Recanati: una città piccola e chiusa che imprigionava il poeta; e a sostegno delle ambientazioni ci sono le musiche, una perfetta unione tra musica classica e pop inglese.

Altre cose invece non mi hanno convinto del tutto, come la regia, che ho trovato un po’ troppo piatta. Da un film con queste premesse mi aspettavo qualcosa di più coraggioso, al posto delle solite inquadrature fisse su cavalletto, mi aspettavo qualcosa di più dinamico.

Mi ha lasciato un po’ perplesso anche la luce, che era molto fredda, mi aspettavo una luce più calda soprattutto nei momenti in cui il poeta trova un pizzico di felicità. È comunque compensata dalle ambientazioni che si plasmano sull’animo del poeta. Infatti cambia città non solo per la sua condizione fisica ma perché è prigioniero del mondo e cerca un posto dove questa prigionia finisca. Un’altra cosa che non mi è piaciuta sono alcuni personaggi come Antonio Ranieri, interpretato da Michele Riondino. Infatti l’ho trovata un personaggio privo di spessore che non mi ha colpito, dal migliore amico di Leopardi mi aspettavo di più.

Anche Teresa Fattorini (meglio conosciuta come Silvia), interpretata da Gloria Ghergo al suo primo film. Più che per la recitazione non mi è piaciuta la figura di Silvia che in questo film è poco approfondita.

Al di là di questi aspetti reputo “Il giovane favoloso” un film molto valido ed interessante che è stato in grado di coinvolgermi e di stupirmi.

Finalmente un regista ha provato a fare qualcosa di diverso da solito dando vita ad un piccolo capolavoro che è stato in grado di farmi passare due ore di completo coinvolgimento. Questo film è stato un esperimento coraggioso che è riuscito a convincermi e ad avvicinarmi maggiormente al mondo di Leopardi.